Accademia degli Artisti

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Carmela Russo

Comitato direttivo e soci onorari



Carmela Russo Presidente Accademia degli Artisti



Pietro vide Giovanni con la testa sul petto di Gesù e gli domandò : “Signore, che cosa sarà di lui?”.

......."Se voglio che Giovanni rimanga con me, che v'importa? ? (C.R.)

Carmela Russo ideatrice del Concorso Nazionale La Fiabastrocca  Favole Filastrocche e Poesie
sito web personale  
www.carmelarussopoesie.it

Autrice di Poesie favole e filastrocche






Voi che ogni giorno …                                                                                                          

Un cuore debole come la mente stessa
Un sogno che si spezza e t’ incatena ad esso
Un tormentar dell’ anima senza veder la luce
Un buio all’ improvviso che toglie anche la pace
Nessuno che fa niente, con solo amar commenti
Nessuno che ti aiuta ed io … sola … perduta …
Perduta e senza fiato: un grido nella mente
Confuso e esasperato …
Ma non vedete che sono triste e stanca?
Non vi accorgete che soffro immensamente?
Voi che ogni giorno mi dite che mi amate
Non vi accorgete di come son rimasta sbalordita
Quando l’ anima mia d’ un tratto si è spezzata?
Perché non mi aiutate? Perché non mi ascoltate?
Ma voi … le spalle al muro … a terra mi gettate …
Sempre di più … ancora più colpite …
Non vi è bastato il danno che ho nel cuore …
Voi che dite a tutti che mi amate …
Non vi è bastato un corpo senza amore …
Voi che dite a tutti che mi amate …
Non vi è bastato che l’ anima ho perduto?
A chi mi dice amore  nulla gli può bastare
Se non la gioia immensa
Un giorno di potermi cancellare
Completamente … dal mio presente …
Dove per me più niente potrà mai stare …
Né gioia né dolore ne lacrime e rimpianti
Né vita e né speranze
Ma solamente un fingere fatto di circostanze

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Il Male dentro

Ci sono dolori che ti spaccano il cuore
E ti calpestano l’anima
Sono quei dolori sordi e senza suoni
Privi di speranze e di emozioni
Dolori che si intrecciano in cammini
Sempre più oscuri e sempre più meschini
E non ti fanno scorgere la luce
Ti lasciano da solo e senza pace
Mentre dalla tua anima un grido s’alza e tace
Ci sono dolori che non si possono spiegare
Ma ti cancellano e fanno tanto male
Ti lasciano da solo e desolato
E ti rimangono smarrito e senza fiato
Sono i dolori della tua esistenza
Fatti di tanto male e lunghe assenze
Di giorni lunghi e vuoti e senza senso
Ci sono dei dolori che non si possono spiegare
Perché troppo difficili da poter capire
E ancora più difficile poterli definire,
Ci sono dei dolori vuoti e senza amore
Con solo nebbia che oscura il tuo cammino
E solo intralcio per il tuo destino:
sono i dolori di chi non è amato
il cuore triste, lo sguardo disperato
e scivola nel buio del sentiero
di quel sentiero oscuro che è la morte.

Tutti i diritti riservati

L’incertezza dei tuoi anni. (A mia figlia)

Vai figlia vai
sul tuo sentiero di vita ancora limpido
dove già qualche sogno si è spezzato
dove già chi ti è caro ti ha tradito
dove spargi lacrime  di vita
e la realtà si è presentata
nel modo più spietato
e più oscuro
ancora prima che tu potessi viverla
ed ha segnato il tuo dolce  sorridere
e le risate che cristalline sembravano sorgente
di acqua pura.
Vai figlia vai…. non aver paura
dell’incertezza che sembra accompagnarti
e del dolore che ti si è presentato
come un fulmine nel cielo azzurro della tua amata vita
ed ha spazzato via i tuoi perché
i giochi e le risate lasciando solo pianto
rompendo quell’infanzia che adoravi
e che si è trasformata in un veleno
negli anni oscuri
che ti son capitati sul cammino.
Vai… e stai tranquilla la vita col suo male
insegna tante cose e tu saprai riprenderti
i giorni allegri
e regalarli a chi sparge di lacrime i suoi ed i tuoi anni….
Vai figlia vai…. La vita anche se amara
in questa tua immensa e cara gioventù
non ti ha cambiato neanche  di una virgola
non ti ha indispettito né incattivita
e spesso nei miei sogni appari come un angelo
su quel cammino oscuro che è stato la mia vita
dal quale attingi gli stessi giorni amari insieme a me….
ma sorridendo sempre come se fosse un gioco
del mio sapere illogico prima della sventura
di quello che a me piega ogni giorno
del  pianto tuo che è un urlo di dolore nel mio cuore
e del sapere prima dell’ accadere
e che soltanto tu capisci bene
anche se non ci sapremo mai spiegare.


Di notte…

Di notte sento i battiti del cuore
Accelerarsi senza un motivo valido
E poi ritorno indietro nei miei anni
Quando di notte ero ospite calpestata
Di personaggi oscuri e senza anime
E il ticchettio sulle nostre porte
Il loro fischiettare … prima di far del male
E procurare un male tanto grave
Da non poterlo nemmeno raccontare.
E poi il giorno era anche peggio
Sorridere e far finta che tutto andava bene
Che non avevo visto quello che era accaduto
E il mio sentirmi colpevole  molto di più
Degli aguzzini stessi
Perché se il male inferto è un gran reato
Il male visto e taciuto ti spezza il cuore
E ti getta in un baratro di urla senza fine
Che radicate sono dentro l’anima.
E  poi negli anni che si susseguiranno
Ti desteranno di notte all’improvviso
Ed io fingendo di aver dimenticato
invento mille scuse a quei sussulti ignobili
dei battiti improvvisi del mio cuore
E dall’orrore di quel male immane
Ho urlato al Padre mio la Sua Presenza
Che senza un senso si nascondeva a noi
Chiudendo gli occhi come facciamo tutti
Davanti a un male che non aveva logica.


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Oltre la mente

La mente divisa in due percorsi
Così tanto diversi e ancora più complessi
Si chiude dentro il cuore lo spavento
Ad arrecare amaro e malcontento
Gioia indicibile che non si può spiegare
Mentre la mente è labile e non può ragionare
Gioia , dolore che giocano nel buio del mio cuore
E si rincorrono facendomi paura
Tanto è l’ estremo del folle mio dolore
E ancora più l’ estremo che sta nella mia mente
Ci giro intorno senza mai guardarla
E guardo altrove perché non so affrontarla
Sperando invano che giunga dal profondo:
chi sono veramente e cosa mai c’è al fondo,
ma non potrò spiegarmi mai nella vita
cosa ha significato la folla enorme
che mi abitava l’ anima e la mente
e mi lasciava senza  respirare … senza poter parlare …
e senza neanche pensare di confrontarmi
col doppio del mio cuore, col doppio di un immensa
e sempre temuta mente
e che mi regalava la vita stessa
lasciandomi di me solo un riflesso
in una doppia vita oscura anche a me stessa.

Carmela Russo poesie
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Il mormorio

Un mormorio enorme
Mi agita la mente
Mi scuote all’ improvviso
Senza che l’ho deciso
Chi sono? Cosa vogliono?
Io non l’ ho mai capito
Anche se tutti loro
Di me si son servito
Come un frastuono strano
Non sono mai padrone
Del cuore e della mente
Di un anima malsana
Che mi avvelena i giorni
E il vivere degli anni
E senza una radice
Che mi accomuna agli altri
Mi sento come perso
Tra quella folla immensa
La folla di una mente
Che ospita più persone
E mi rimane affranto
In tanto amaro pianto
Chi sono? Cosa vogliono?
Perché non se ne vanno?
Perché mi stanno intorno?
Un vuoto troppo enorme
Mi agita nel sonno
Vorrei solo svegliarmi
Ed essere me stesso
Un'unica persona
Che segue il suo percorso
Ma scopro amaramente
Che più passano i giorni
E più la mente mia
Mi si allontana inesorabilmente.

Carmela Russo poesie
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Il pianoforte

Le note sconosciute alla mia mente
Pensieri si confondono in ricordi
Di tempi appartenuti ad altri tempi
Tutto il percorso tra i flash all’infinito
Fermati e poi restituiti in questa vita
Creano incongruenze anche a me stessa
E ricordarmi quello che ho già fatto
Aver paura di dimenticarlo
Ed ogni giorno è una meraviglia
Di quel che mai ho imparato
Ma con sorpresa ho solo ritrovato
Il pianoforte è un grido nella notte
Un grido conosciuto alla mia mente
Ma sconosciuto in questo mio presente
Qualcosa che mai potrò spiegare
E che ho saputo fare senza imparare
Così all’ improvviso
Le mani si confondono sui tasti
E lacrime di gioia sul mio viso.
Di qualche musica ne so tutto il percorso
Ma tante altre son rimaste dentro
Dentro la mente confuse tra i ricordi
Ed io aspetto con trepidazione
Che vengano a ripresentarsi  una per una
Senza cercarle e senza sforzo alcuno
Restituendomi musica ed emozioni.
Ed anche l’unica vita che ho amato
E mi rincorre da quando sono nata.






Il timone

Io sono su un veliero
che naviga in acque agitate
al timone per deviar la rotta
ma di quel veliero non sono il Capitano,
vacillo ma non affondo,
ho un carico di vita nelle stiva
troppo pesante
e da quel carico attingo il vivere
giorno per giorno
dimenticando i sogni.
Aspetto solo di cadere
oltre la linea dell' orizzonte
per confondermi con l'Universo.

Carmela Russo poesie
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27/09/2013

La mia anima trova pace
nella non pace
e vede la luce solo nel buio,
i miei occhi sono sempre aperti,
di notte un sonno profondo e agitato
mi indica il momento di cambiare direzione
abbandonando ciò che mi rende cieca
ed io eseguo gli ordini
di un destino che non mi appartiene
mantenendomi lontana da ogni costa,
ma continuo il viaggio
in acque agitate all’infinito
e se qualche volta ho scorto la terra
spingendomi quasi a riva fino a sfiorarla con la mano
per brevi istanti ho creduto di poter sostare
e riposare
ma il riposo non mi appartiene
né mi da conforto
per cui contro ogni logica
cambio sempre direzione.
E continuo il viaggio non scelto
senza poterlo abbandonare
perché di quel viaggio
io sono l’inizio e la fine.

Carmela Russo poesie
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Il Dono

Si rinasce all’infinito finchè un'altra vita
non ripercorre i passi allo stesso modo
quando sei ancora in vita,
e solo il simile può liberare il simile
da quell’affanno del vivere dei giorni,
io ti ho incontrata nella stessa vita
in cui percorro ancora i passi miei sbagliati….
sbagliati all’infinito come in tutte le vite,
e tu sei un Dono mandato dal Signore
per liberare l’anima mia
dal triste esilio reclutata in tante vite.
Ora sono sicura di poter andare
senza dover mai più ritornare
quando sarà di nuovo il mio momento
e la stanchezza del dover rinascere
non più si affaccerà nella mia anima,
perché è qui che lascerò me e le mie tracce
attraverso qualcuno di un innocenza unica
che aspettava di nascere da me
per liberare me dal mio passato
e il mondo sarà percorso dai miei passi
anche dopo la morte senza dover rinascere
perché è qui che io lascerò te figlia mia.
Uguale troppo uguale alla tua mamma
in ogni gesto e in tutti i tuoi pensieri.
E mai ti sarà impedito il vivere
come hanno fatto a me.
Tu sei me …. Ma senza gli affanni
Di tutte le mie vite
Dove soltanto l’ultima
ti ha rimasta sbalordita insieme a me….
Ma tu non hai mai fatto un passo indietro
Ed hai diviso senza giudicare
il vivere malsano degli incontri miei
e dei giorni oscuri senza un senso alcuno
su un mondo che mi ha delusa enormemente
per infiniti secoli
e dove solo tu potrai capire
quello che ti ho trasmesso senza parlare
perché tu sei me.

C.Russo

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