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Pagina dell'artista Roberto Bergonzo
Socio Onorario Accademia degli Artisti
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Galleria delle sue opere....
I quadri nascono infatti sulla base delle esigenze e del gusto del committente il quale, anche con il supporto del suo architetto o arredatore può scegliere tra quelli già presenti nell'ampia collezione di opere disponibili, oppure dare precise indicazioni all'artista, affinché adegui la sua creatività (inconfondibile nello stile) in termini dimensionali, cromaticie di contenuto.L'opera d'arte che ne deriva rimarrà comunque unica e irripetibile. In questo modo il dipinto si inserisce perfettamente e in piena sintonia nell'ambiente, conferendovi personalità
e valore, a un costo paragonabile a quello degli arredi e dei complementi del miglior design.
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Roberto Bergonzo è un artista di indiscutibili capacità uniche nel suo campo: la pittura. Dipingere è un arte unica e le espressività dei dipinti delineano l'animo di ogni artista rendendolo unico, e nel caso di Roberto Bergonzo:eccezionale. L'arte di Roberto è un esempio di capacità personali che lo confermano con un impronta molto forte nel campo della pittura; amante della musica e dell'arte tutta rispecchia le caratteristiche dei grandi protagonisti della storia dell'arte moderna e contemporanea; un insieme di qualità eccellenti convivono nella stessa persona definendolo un maestro di vita oltre che dell'arte stessa. Roberto ha simpatia, carisma, gentilezza, fascino, qualità che spesso sfuggono agli artisti ma non a lui. Possiamo dire che la sua arte va contemplata al di fuori di una norma visiva generale tanto complesse e uniche sono le sue opere. Attraverso i sui dipinti Roberto Bergonzo diventa egli stesso un opera delle sue crezioni, per le sue creazioni e per chiunque lo incontri sul cammino.
E' con immenso piacere che presentiamo l'artista attraverso la sua biografia ed alcune opere, ringraziandolo di vero cuore.
Riflessioni su
“La progressione di Kafka”
di Roberto Bergonzo...
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BIOGRAFIA ROBERTO BERGONZO
Roberto Bergonzo, le cui origini sono in parte mitteleuropee, nasce a Torino.
Definito dai critici artista eclettico per aver operato con successo, oltre che nella pittura, anche nei settori della scenografia, dell’industrial design e dell’architettura d’interni, da qualche anno ha lasciato la città per trasferire il proprio atélier in campagna nelle suggestive atmosfere dell’Alta Langa dove trova adeguati spazi per coltivare anche la passione per il pianoforte e la musica classica, elementi irrinunciabili per estendere il respiro della sua anima d’artista.
Inizia a dipingere nell’adolescenza e presto riceve riconoscimenti in mostre e premi d’arte.
Dopo gli studi universitari insegna, per alcuni anni, materie artistiche. Successivamente ricopre l’incarico di art-
Senza mai abbandonare la pittura, costituisce un’attività in proprio e definisce il suo target professionale realizzando progetti per l’aeronautica italiana (Agusta, Breda-
Parallelamente evolve il suo percorso pittorico e -
Si apre a questo punto un capitolo significativo della sua attività professionale quando decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura. L’esperienza acquisita nell’operare con grandi Società lo orienta spontaneamente alla pittura per l’industria. I suoi quadri interpretano quindi filosofie aziendali e rappresentano quanto il cliente intende comunicare di sé attraverso allegorie e valenze fantascientifiche. Si affidano a lui Società di primaria importanza quali Fiat Corporate, Fiat Engineering, Espin, GSA, Press, Rotary International ecc.
In questi ultimi anni elabora l’esigenza di diffondere l’arte rendendola fruibile ad un target più ampio. Capitalizzando il background, acquisito nel campo dell’interior design, ha quindi inaugurato una nuova linea artistica definita U-
I quadri -
Per U-
Ad esempio le opere che prevedono ritratti o figure rivestono una loro particolare peculiarità: quella di essere fantomatici e in movimento. Questa percezione (non fruibile purtroppo nella staticità della riproduzione fotografica) rende il quadro permanentemente dinamico. Lo si può infatti veder mutare, nell’arco della giornata, secondo il percorso della luce sulla sua superficie. Questa sua ultima tecnica del negativo/positivo, lucido/opaco, è il frutto di una ricerca d’effetti, la necessità di esprimere una poetica che propone immagini trasfigurate, dalle quali possa emergere più l’essenza che i lineamenti, permeando la composizione di atmosfere e suggestioni.
Altre opere invece esclusivamente geometriche presentano linee e composizioni metalliche quasi fluorescenti. Alcuni quadri possono essere monocromatici, in questi casi l’artista utilizza quasi sempre lamine in foglia d’oro, argento e rame che non soltanto li impreziosiscono, ma creano vibrazioni di luce altrimenti impossibili. La massima attenzione viene comunque sempre accordata al colore che deve rifrangere la luce e trovare accordi con l’ambiente che l’ospiterà.
L’orfismo nell’arte di Roberto Bergonzo
a cura di Paolo Di Bello esperto di comunicazione
e opinionista d’arte
C’è un mistero nelle opere di Roberto Bergonzo, un mistero che affascina e appassiona.
E tale mistero rapisce anche chi si avvicina ai suoi quadri con l’occhio inesperto di chi non fa di mestiere il critico d’arte ma, proprio per la sua fondamentale “incompetenza” in storia dell’arte, guarda le opere cercando di cogliere le suggestioni che gli affiorano alla mente, complice il bagaglio di cultura generale accumulato negli anni.
Nella sua precedente produzione artistica, definita dai critici “Surrealismo Post-
Ed è un susseguirsi di “visioni” angosciate dal degrado globale che di lì a pochi anni la società occidentale avrebbe visto incombere su di sé. Grandi movimenti di masse contrapposte fatte da “umanità dolente ma fiduciosa” (...rappresentata non a caso da un elemento che ricorda a livello subliminale il simbolo egiziano della fecondità), e una pletora di elementi avversi che ne frenano e ne minacciano il cammino.
Più che “Surrealismo Post-
Segni, simboli, citazioni e rimandi: ecco cosa a me sembra che Roberto Bergonzo dissimuli nelle sue opere, con un dandismo intellettuale molto vicino alla letteratura francese a cavallo tra l’800 e il ‘900, rendendole “piccoli scrigni” pieni di misteri da scoprire.
Abbiamo parlato del Surrealismo Post-
Chiuso questo ciclo artistico e dopo un periodo intermedio di ricerca (che fa pensare al Goldberg bachiano che nella XXV variatio, sembra non trovare altre note per continuare l’estenuante esercizio richiestogli dal Principe di Sassonia), Roberto Bergonzo inaugura un nuovo stile e un nuovo percorso artistico. E ancora una volta ne dissimula i contenuti in una definizione e in un posizionamento (come diremmo noi esperti in comunicazione) che sovverte il mondo dell’arte e può sembrare agli oltranzisti quasi come un atteggiamento separatista e una mercificazione dell’arte stessa.
Infatti nel 2008 crea U-
Ma… i contenuti? Ecco una domanda la cui risposta richiede un momento di riflessione perché, seppur ricchissimi come nella sua precedente produzione artistica, i contenuti sono ancor più mimetizzati grazie a una tecnica raffinata e ricca di effetti e artifici, quasi a voler rappresentare solo sé stessa. Ed è proprio della tecnica che, prima di affrontare i contenuti, è necessario parlare. Molte delle opere U-
E, al pari di un romanzo di Umberto Eco, l’opera di Roberto Bergonzo discopre, a ogni lettura successiva, una serie di significati profondi, di citazioni incapsulate e, appunto, dissimulate in una pittura apparentemente più semplice e lineare della precedente.
Tra tutti, e per brevità, mi piace citare come esempio un’opera in particolare che ben si presta a intendere il mondo più profondo dell’artista.
Il quadro è “Yin e Yang” che nella rappresentazione degli estremi secondo un’accezione orientale, richiamata anche dal titolo, cela in realtà il più profondo dei misteri della cultura greca e quindi di quella occidentale: il continuo incontro-
E, come già aveva intuito Nitsche nella sua opera prima “La nascita della tragedia”, proprio dalla tensione derivante dalla dicotomia tra apollineo e dionisiaco e dalla compresenza nell’animo umano di entrambi che è nato l’occidente, con le sue molteplici anime e con quella continua “lotta interiore” che ha generato il progresso.
Ma simile “orfismo” e ricchezza di citazioni, la troviamo in tutte le opere della nutrita produzione di Roberto Bergonzo: dal mondo del cinema a quello della letteratura, della storia, della scienza, della musica e del quotidiano, l’intero mondo si offre allo spettatore che voglia coglierne i misteri, giocando con l’artista una sorta di straordinaria partita a scacchi intellettuale.
Ovviamente sono poi infinite le citazioni nascoste e più propriamente legate al mondo delle arti figurative. Dal De Stijl di Pet Mondrian, citato grazie alle frequentissime linee geometriche presenti nelle sue opere, alla Op Art , i cui valori ritroviamo nella tecnica della trasfigurazione (e, si badi, una Optical Art del tutto originale e che non segue affatto l’opera di Vasarely, con le sue illusioni ottiche generate dal gioco sui volumi dell’opera). E poi ad esempio è presente il richiamo agli albori della fotografia e a Muybridge, citato nell’opera “Ostacoli” e alla teoria sulla “sezione aurea”, presente nel suo omonimo dipinto.
Ma nell’opera dell’artista a me sembra di vedere, sempre in chiave ermetica, anche tutto l’insegnamento della Pop Art; non dal punto di vista del soggetto/prodotto rappresentato, quanto piuttosto per la dichiarata vocazione di U-
In realtà quindi le opere U-
Se io -
Al centro della sua opera, infatti, c’è sempre l’uomo; ma non più inteso come “essere collettivo”, bensì come “singolo individuo complesso”, composto di sogni e bisogni personali e intimistici, di suggestioni culturali e individuali nelle quali ricercare la forza del cambiamento. Ed è proprio ciò che, anche a una superficiale analisi dei trend sociali, appare oggi evidente nel mondo che ci circonda: dinanzi all’impotenza per una crisi che opprime, l’uomo si richiude in sé stesso, nei propri valori e in una dimensione strettamente individuale, sempre meno propensa al “fascinamento” delle griffe, della pubblicità e degli stereotipi del consumismo.
E Roberto Bergonzo il visionario, il dandy della cultura, il gentiluomo di campagna, l’affabile affascinatore (come amo definirlo) con U-
Cos’accadrà negli anni futuri in quest’Europa dilaniata dalla crisi? Non chiedetelo a Roberto Bergonzo: come tutti gli artisti veri, lui non lo sa. Seguitene piuttosto l’opera artistica perché sicuramente, prima di tanti altri, saprà intuire e rappresentare i segni del cambiamento che verrà e i percorsi interiori del mondo che lo circonda.
Paolo Di Bello
Esperto di comunicazione e opinionista d’arte
www.pdbcomunicazione.it
Ringraziamo il M° Roberto Bergonzo per la sua estrema gentilezza ed aver acconsentito all'uso di immagini e opere nel nostro sito e nella nostra associazione artistica-